martedì 31 luglio 2012

Miseria & Creatività

Oggi mi è capitata una cosa strana in autobus.
Stavo al telefonino e dato che io quando sono al cellulare... non capisco più nulla nè so cosa mi circonda (probabilmente succede a tanti altri che guidano e fanno incidenti), alla fermata dell'autobus sono salita sul primo che è passato. Chiudo la telefonata, che tra l'altro era importante per lavoro sì, ma non  per il cuore ( e quindi per la mente) e cerco il biglietto dell'autobus da timbrare o vidimare, ma che ora si dice obliterare.... (il tempo passa e si parla diverso!) ma un uomo mi dice: " No, non lo timbri!...
Non capisco e lo guardo.
Lui cerca di darmi un biglietto.
Allora io con lo sguardo dell'intelligente idiota, credo di aver capito: mi sta cedendo il suo perchè scende e il suo biglietto, essendo ancora valido, lo cede a me.
Nein !
Lo sguardo aveva ragione ed io non avevo capito nulla.
Lui mi spiega che ne ha tanti e tutti validi.
Serve una spiegazione in antitesi. I biglietti dell'autobus, qui da noi, hanno un valore a tempo: 75 minuti.
E mi dice che lui alla stazione ne ha presi tanti. Lo fa tutti i giorni.
La gente, mi spiega, scende dall'autobus alla stazione e butta via il biglietto che ha una validità ulteriore di almeno 60 minuti e lui li raccoglie.
Oggi, uno, lo ha dato a me.
Lo ringrazio e lo ammiro, sinceramente, per l'arguzia.
Certo non lo vado a dire alla dirigenza dei mezzi pubblici!
Gli ho fatto i miei complimenti per l'idea che non mi sarebbe mai venuta....
E lui mi racconta che alle cinque, ogni mattina, va ad aiutare una persona che va al mercato di verdura per sistemare la merce e alle una fà altrettanto. Gli vengono dati 10 euro e la merce invenduta che lui sistema, ricicla poi riesce a rivenderla e raggranellare altri 10 o 15 euro. Poi la sera sul tardi va in un ristorante per aiutare a pulire.
Sono rimasta ammirata per l'iniziativa e l'ingegno (nonchè creatività), che in questo caso io non ho assolutamente.
Mi ha fatto tenerezza. E scherzando gli ho detto che lui guadagnava un sacco.
Avrebbe dovuto farmi pena? Forse sì perchè non se la passava bene, ma anche io non sono poi messa bene. Anche io sono disoccupata, ma non ho l'ingegno che lui ha dimostrato di avere.
E, non dimentichiamoci, tra i due è lui che ha regalato qualcosa a me: il biglietto!
Se lo ritrovo gli dò un bacio.

Ah, dimenticavo: ho sbagliato autobus!!!!




ma ve lo ricordate "Miseria e Nobiltà"? :-)

3 commenti:

  1. Per come avevi iniziato il racconto era palese che avevi sbagliato autobus!!!(*-^)
    Io anche, non so fare due cose contemporaneamente, specialmente quando rispondo al cell! Se ci provo, una delle due la sbaglio!
    Io, (ancora!) quando vado alle Poste (ora molto raramente) se vedo che c'è tanta gente, prendo il numero analogico relativo all'operazione che devo fare ... ma, contemporaneamente guardo nel cestino sottostante la macchina distributrice: trovo sempre un biglietto con diversi numeri in meno rispetto al mio ... e lo prendo: non guadagno soldi ma tempo!
    Il bisogno aguzza l'ingegno!
    Un abbraccio

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  2. ...non si finisce mai d'imparare. Ecco un altro vantaggio del virtuale. Anch'io ero all'oscuro della validità del biglietto del tram. Grazie Daniela. ps. però il il bacio potevi anche darglielo subito.:-))
    Ciao Sergio...

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  3. Serena, Sergio, grazie.
    Serena a me è capitato di trovare o di ricevere un numero alla posta o all'usl per fare la fila meno lunga, ma non mi sono ingegnata per andare a trovare i biglietti per viaggiare gratis in autobus e la differenza è proprio l'ingegno, credo.
    Io quello non ce l'ho mica, sai?
    Ho bisogno di cadere per terra per sapere che ci si può tirar su!
    Sergio non credo che in tutte le città il biglietto sia a tempo. Qui, a Livorno, sì. Non so da te.
    Il bacio? Bè il gesto spontaneo non m'è venuto perchè ero troppo divertita per ciò che mi raccontava e come lo raccontava, per l'essere umano (quello fisico intendo) che era, sinceramente aveva un alito fresco di vino alle undici di mattina e nonostante i miei slanci posticipati non sono così spontanea da non frenarmi.
    Poi, in verità, sono anche poco sbaciucchiona.
    Sono riconoscente però alla lezione che mi ha impartito.E ripensandolo ho scritto così, ma forse è più per dire che per fare. A volte le cose si dicono per esprimere il senso della misura in cui ci piacciono.

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